Non è mai facile raccontare le tragedie in modo leggero
senza colpire la sensibilità di chi ha perduto i propri cari in modo violento;
di chi ha combattuto, combatte e rischia la propria vita quotidianamente; di
chi nasce e deve convivere con la paura e il costante senso di insicurezza.
Eppure, questo film italiano, diretto ed interpretato da Pierfrancesco
Diliberto in arte Pif, lo ha saputo fare.
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Arturo in pasticceria con il giudice Chinnici (foto tratta da Internet) |
Ha raccontato gli
atroci delitti di mafia negli anni Ottanta in Sicilia- anni in cui persero la
vita il Generale Dalla Chiesa, i magistrati Falcone e Borsellino, il giudice
Chinnici e tante altre vittime innocenti, per mano di Cosa Nostra- attraverso
gli occhi di un bambino; con la leggerezza, la fantasia,
l’ingenuità dei bambini.
E i bambini credono agli adulti e alle loro risposte,
qualche volta assurde, per rassicurali o per negare a sé stessi atroci realtà: la
mafia uccide solo d’estate, oppure si ammazza per questioni di “femmine”, fino
a negare l’esistenza della mafia stessa.
Ma i bambini sanno fare anche domande dirette.
Arturo, il nome del protagonista, ha la possibilità di
intervistare il generale Dalla Chiesa, Prefetto di Palermo per combattere la
mafia, e gli chiede:"L'onorevole Andreotti dice che l'emergenza criminale è in Campania e in Calabria. Generale, ha forse sbagliato Regione?".
Si ride in questo film drammatico,senza scendere mai nel
retorico e nella superficialità.
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