giovedì 9 gennaio 2014

La mafia uccide solo d'estate



Non è mai facile raccontare le tragedie in modo leggero senza colpire la sensibilità di chi ha perduto i propri cari in modo violento; di chi ha combattuto, combatte e rischia la propria vita quotidianamente; di chi nasce e deve convivere con la paura e il costante senso di insicurezza.

Eppure, questo film italiano, diretto ed interpretato da Pierfrancesco Diliberto in arte Pif, lo ha saputo fare.
Arturo in pasticceria con il giudice Chinnici
(foto tratta da Internet)
Ha  raccontato gli atroci delitti di mafia negli anni Ottanta in Sicilia- anni in cui persero la vita il Generale Dalla Chiesa, i magistrati Falcone e Borsellino, il giudice Chinnici e tante altre vittime innocenti, per mano di Cosa Nostra- attraverso gli occhi di un bambino; con la leggerezza, la  fantasia, l’ingenuità dei bambini.
E i bambini credono agli adulti e alle loro risposte, qualche volta assurde, per rassicurali o per negare a sé stessi atroci realtà: la mafia uccide solo d’estate, oppure si ammazza per questioni di “femmine”, fino a negare l’esistenza della mafia stessa.
Ma i bambini sanno fare anche domande dirette.
Arturo, il nome del protagonista, ha la possibilità di intervistare il generale Dalla Chiesa, Prefetto di Palermo per combattere la mafia, e gli chiede:"L'onorevole Andreotti dice che l'emergenza criminale è in Campania e in Calabria. Generale, ha forse sbagliato Regione?". 

Si ride in questo film drammatico,senza scendere mai nel retorico e nella superficialità.